CONFESERCNTI: mai così in basso la fiducia delle imprese, dalla pandemia all’inflazione senza fine
Aumenti dei prezzi e delle tariffe stanno mettendo in ginocchio le imprese, togliendo anche le poche certezze rimaste dopo la pandemia, confermano allarme consumi
Caro-energia ed inflazione continuano ad erodere le certezze di famiglie ed imprese. Il dato Istat di oggi sul clima di fiducia segnala anche per ottobre la prosecuzione del trend discendente, sia per le attività economiche sia per i consumatori. Per le famiglie, in particolare, si tratta del quarto calo consecutivo: l’indice è ora a -5 punti rispetto a luglio, raggiungendo il valore più basso dalla pandemia ad oggi.
Un progressivo depauperamento del capitale di fiducia faticosamente accumulato con la ripartenza del 2021, che purtroppo sembra confermare l’allarme sui consumi che abbiamo lanciato: secondo un sondaggio Confesercenti-SWG, infatti, sotto la pressione di caro-vita e bollette, il 68% degli italiani prevede di ridurre gli acquisti da qui a fine anno. Una spending review che mette a rischio, secondo i nostri calcoli, 5 miliardi di euro di spesa.
Per le imprese la situazione è più articolata: in media si registra un lieve calo, che diventa però rilevante per le imprese dei servizi turistici, che manifestano la quarta flessione continuativa con una perdita di circa 24 punti da luglio scorso. Nella distribuzione, invece, a fronte di una stabilità dell’indice nella Grande distribuzione, le imprese di minore dimensione sono più pessimiste, con un peggioramento del sentiment di -6 punti.
L’aumento dei prezzi e delle tariffe energetiche, dunque, stanno creando sempre più incertezza, destabilizzando le aspettative delle imprese e le intenzioni di acquisto dei cittadini. Bisogna intervenire urgentemente: al nuovo governo abbiamo chiesto di mettere tra le priorità il prolungamento ed il rafforzamento dei sostegni fino a quando il calo dei prezzi degli energetici non beneficerà famiglie e imprese. Ma anche di pensare a una detassazione straordinaria delle tredicesime. Per lo stato non sarebbe un esborso colossale: per un intervento su quelle medio-basse, basterebbero 6 miliardi di euro per mettere in campo un intervento straordinario che sicuramente darebbe impulso a consumi e fiducia.